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lunedì 16 gennaio 2012

Vi scrivo da una nave da crociera


di Luana De Vita

Non è certo come scrivere da un carcere in Grecia, il paragone è ignobile, è vero. E però da certi punti di vista una nave da crociera può assomigliare più all'incubo che al sogno di un qualsiasi turista o di qualunque essere umano. Un senso di costrizione, di trappola, un bagno di folla rinchiusa in uno spazio che pretende di essere esclusivo, in realtà è come alla fiera di paese: stessa folla, stessa atmosfera festaiola, stessa qualità solo un po’ meno autentica e per 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Alternative a bordo? Scegliere la reclusione, i domiciliari, insomma ti chiudi in cabina dove possono raggiungerti solo gli annunci dell’ennesima tombolata o della lezione di aerobica e l'eco della moltitudine che popola la nave.
Eppure il mercato delle crociere è l'unico che segna percentuali di crescita nel turismo a dispetto del settore aereo in crisi permanente e di quello dei viaggi organizzati altrettanto penalizzato, non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo.

Una nave da crociera potrebbe rappresentare la più tronfia espressione del turismo di massa da iper-discount, l'esaltazione un po' pacchiana del lusso a cinque stelle a prezzi ultra popolari, la riduzione ai minimi termini dell’esperienza del viaggio come scoperta, conoscenza, scambio: un immenso Luna Park che galleggia per tornare da dove è partito. A dispetto di sontuosi saloni, ristoranti glamour e ambienti rococò che pretendono di ricostruire le atmosfere nobili del transatlantico Rex o del leggendario Titanic la popolazione che vaga tra un ponte e l'altro di una nave che gironzola nel mediterraneo per sette giorni non ha l’aria altrettanto sfarzosa. Un’umanità semplice, popolare che ha forse arrancato con difficoltà fino a potersi permettere il “lusso” del “paghi uno e viaggi in due”: 7-800 € per una settimana a persona in cabina interna, pasti inclusi. Italiani straordinari protagonisti di situazioni degne del miglior Totò & De Filippo alla stazione di Milano, senza la nebbia tra un ponte e l'altro. E' dunque questo il valore aggiunto del turismo di massa?

Così la famigliola con i bimbi gratis al terzo giorno di crociera giubila ad alta voce che l'agenzia gli aveva assicurato che si mangiava 24 ore su 24. Incredibile ma vero, sui 13 piani della lussuosa nave da crociera non si fa che mangiare, neanche i polli allevati in batteria possono immaginare un'organizzazione del genere. Panini, biscotti, dolci a volontà, giorno e notte, ogni giorno in cabina arriva il programma con tanto di elenco ed orari dei 10/12 ristoranti e bar disponibili a bordo in caso di “crisi da fame da vacanza all-inclusive”.

E poi? Spettacoli di varietà, tombola, ping-pong, giochini di gruppo, pattinaggio sul ghiaccio, gare di canto e tuffi di pancia, golf, free-climbing, possibile immaginare altro? Certo. Casinò, discoteche e feste ogni notte.
Scendere no? No, avete pagato per tutto questo, adesso godetevelo!

In una sorte di delirio collettivo, per una settimana al ritmo orario imposto dal “programma di bordo”, tutti salgono e scendono dal primo all'ottavo piano della nave, dal settimo al dodicesimo, senza dimenticare di continuare a masticare. E quando la nave si ferma per quattro forse sei ore, in questa o quella città del mediterraneo, la forma più colta ed evoluta di attività di massa che la nave offre è la visita della città in bus e guida multilingue, in alternativa c'è la mappa dei negozi per fare shopping fornita dalla compagnia di navigazione. In tre o quattro ore di sosta a Palma de Mallorca che altro vuoi fare? Sì, è vero puoi sederti in un ristorante locale e ingurgitare una “Paella”, tanto per non perdere l'esercizio alla masticazione e deglutizione. Può bastare? No. Devi fare l'esercitazione per l'emergenza, trascorri quasi un'ora in uno spazio minimo da condividere con altre 150 persone che dovrebbero malauguratamente saltare sulla stessa scialuppa di salvataggio che ti è stata assegnata. La verità? Se ci fosse davvero un caso di emergenza non sopravvivresti comunque, basta partecipare all'ennesima “festa del cibo”per capirlo. Dopo cena, che fai a bordo di una nave da crociera? Mangi ancora! E pur di accaparrarsi l'ennesimo boccone succulento i tuoi compagni croceristi, specialmente se italiani, sono pronti a spintonarti, tirarti gomitate ai fianchi, calpestarti: figurarsi cosa sarebbero pronti a fare in emergenza per prendere posto sulla prima scialuppa, in barba al numero di ponte previsto per il raduno e scritto sulla tua carta d’imbarco, quella che ti assegna il numero di cabina cui è collegato il tuo numero di carta di credito e il ponte di raduno previsto in emergenza. Una specie di carta d'identità che vale quanto la tua vita su una nave da crociera. E tu in cuor tuo continui a domandartelo, sì quanto vale tutto questo, quanto vale la tua vita?

E oggi guardando il gigante del mare Concordia, stramazzato nell’acqua, quel gigantesco corpo abbattuto e scivolato in una posizione innaturale, quasi a dormire nel mare che avrebbe dovuto solcare, ti chiedi davvero: quanto vale la tua vita su una mega nave all-inclusive?

Ma ci sono vite che valgono comunque meno della tua, quella di coloro che per farti ingozzare tutto il giorno lavorano 10 anche 14 ore al giorno, 7 giorni su 7 sette, saltellando da un ristorante all'altro, da un piano all'altro della nave, da un bar in piscina a quello nel casinò. Disperati? Entusiasti? Ti servono, puliscono i tavoli, apparecchiano e guadagnano circa 1000 € al mese, in media. Vivono di mance oltre quel minimo garantito, con i contributi versati se la nave batte bandiera italiana, la mancia è obbligatoria, più eventuali regalie. Questo è quello che dichiarano tutti a bordo, aggiungendo che per loro è un buon lavoro, almeno finché non trovano qualcosa di meglio. Così mentre stiamo ingollando l'ennesimo panino, pasticcio, coscio di tacchino ripieno, sushi o pizza ai “pepperoni” c'è un'umanità proveniente da paesi diversi del mondo – per lo più paesi sottosviluppati- che lavorano come gli elfi di Babbo Natale intorno a noi, per farci sentire “Re”, almeno per una notte e per farci ingozzare festosamente al prezzo di una vacanza che anche la famiglia Fantozzi avrebbe sognato.

Finché un boato non ci sveglia dalla trance alimentare, finche il tavolo imbandito non si rovescia, i cristalli esplodono e il mare ci ricorda che non perdona l’arroganza umana, anche quando è venduta a prezzi popolari.

In molti hanno evocato il Titanic, sarà bene ricordare che proprio quella tragedia ha aperto le porte all’attenzione della sicurezza a bordo, oggi quest’altra tragedia assume lo stesso valore nel momento in cui la “crociera” è rimasto unico baluardo dell’industria del turismo di massa ancora in attivo. I sopravvissuti raccontano di personale volenteroso ma incapace di farsi capire dai molti italiani a bordo, a quanto pare anche da molti stranieri per un inglese che forse basta a servire bibite e pietanze ma non ad organizzare con competenza una situazione di emergenza. Ci sarebbe poi anche l’ambiente da considerare e non solo per i rischi ecologici del disastro ma, e soprattutto, quando galleggiano e navigano perché queste moderne “città dei balocchi” galleggianti, muovono 4000 persone a settimana, che producono quintali di immondizia, alcune si organizzano per un riciclo interno, altre pubblicizzano la loro presunta eco-sostenibilità, ma la verità è che per questo ennesimo prodotto di consumo turistico di massa il nostro mare paga un prezzo altissimo e qualche volta ce lo restituisce e si prende il saldo non in moneta sonante e senza sconti.

7 commenti:

  1. Questo articolo è Strepitoso, di grande ed amara lucidità, lo faccio assolutamente girare, grazie per averlo scritto e pubblicato, oltre che sofferto. Ciao Luana, ti saluta la mamma di Niol, ricordi? ;)

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  2. E' vero, si tratta di turismo di massa, ma non mi permetterei mai di criticare chi, per motivi economici soprattutto, sceglie questo tipo di vacanza. O dobbiamo tutti per forza scegliere vacanze d'élite? Chi non vuole questo può benissimo evitarlo: nessuno viene obbligato a salire su una nave da crociera con la pistola alla tempia! Le stesse considerazioni fatte valgono anche per i villaggi turistici...
    Ciò che dovrebbe far riflettere è l'insana rincorsa al prezzo più basso: stiamo svilendo in questo modo ciò che prima era un sogno... e i sogni non dovrebbero andare in svendita! Ma questo fenomeno, cara Luana, è purtroppo figlio di una mentalità che si sta diffondendo sempre più da qualche anno. Da Agente di Viaggio ho potuto constatare che spesso, nel corso di una trattativa col cliente, la prima cosa che viene fuori è "ho sentito dire (oppure "ho visto su internet") che a Sharm c si va 1 settimana con 400 euro" e se io gli propongo una ottima struttura All Inclusive, in un buon punto di costa, struttura a 750 a persona, incluso tasse e spese accessorie, sembra che voglia "fregarlo"!!! E se poi in vacanza, dopo aver fatto il giro degli ombrelloni, scopre che qualcuno ha pagato 50 euro in meno ecco che succede un putiferio!
    E non starei tanto a biasimare il fatto che la maggioranza del personale di bordo sia filippino, cinese o peruviano, quando noi per primi abbiamo le tate, colf e badanti delle stesse nazionalità e magari vengono pure pagate meno! Per quel che riguarda le operazioni di soccorso non sto a sindacare sull'efficienza o meno, sulle situazioni aberranti che si sono verificate nei momenti di panico (non penso che il panico sia esclusiva del popolino... anzi!): so solo che non sapremo mai (mi auguro) come avremmo reagito noi, che ci sentiamo ora in dovere di criticare tutto e tutti, in quel contesto! La verità è che stiamo perdendo la dimensione umana in tanti aspetti della nostra vita: dal rapporto interpersonale alla mostruosa ricerca del più bello, più tecnologico, più mega di tutto! Questa tragedia dovrebbe invece farci riflettere e prendere le giuste misure della nostra vita di ogni giorno.
    Mimma Petrozziello

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    1. Non ho capito bene? Mimma scusa non trovi ci sia una piccola contraddizione? Non ti permetteresti di criticare chi " per motivi economici soprattutto, sceglie questo tipo di vacanza" e poi critichi vuole comprare solo viaggi a prezzi sempre più bassi?

      Il turismo di massa a basso, bassissimo, infimo costo è stata la rovina del settore, non solo per aver distrutto le aziende che di Turismo si occupavano, ma e soprattutto, per aver diffuso l'idea che non importa quanto sei ignorante e cafone e/o morto di fame: viaggiare è un tuo diritto. Esportare la tua miseria personale e la tua volgarità becera in paesi "poveri ma belli" è il tuo riscatto sociale, e ti viene offerto a prezzi sempre più bassi, facendoti credere di essere un gran figo (che non è difficile fare il figo con il "negretto" sulla spiaggia di malindi, di Nosy Be, di Cancun, di Santo Domingo, o con quello che pulisce la tua cabina sulla nave da finto lusso pacchiano...E poi pensi che sia il caso di sottolineare quanto sia "sconvolgente" che 'sta gente si "incazzi" per 50€ di più o di meno? Se è questa la clientela che volete rispettare e su cui volete investire, se questo è il turismo che volete sostenere...be' allora mi sa che devi aspettarti che dopo i 50€ in meno, ne vorranno altri 100€ in meno..e poi ancora e ancora.. .
      Ma dire a 'sta gente che è meglio se resta a casa sua, no? proprio no? fino agli anni '80 andavamo tutti in vacanza al paesello dei nonni...perché non ci torniamo? E lasciamo che a viaggiare per il mondo vada gente che sappia rispettare il mondo, le culture, gli equilibri? Dobbiamo proprio sostenere questo orrore di turismo?
      Non lo so, fate voi! Gli agenti di viaggio siete voi.

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  3. Pur avendo letto "piacevolmente" l'articolo di Luana mi permetto di essere maggiormente d'accordo con la breve analisi di Mimma!!!

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  4. Però è bello leggere questo articolo e trovarsi sotto la pubblicità della Royal Caribbean!!! :)
    Bello l'articolo di Luana, belle le considerazioni di mimma.
    Ed aggiungo una piccola nota cinica, l'ombra junghiana che si manifesta e che emerge, o il lato oscuro della forza: il primo pensiero, quando ancora non c'era la conta dei morti, è stato "sai adesso come fioccano gli sconti sulle crociere!".

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  5. Giusta e chiara la descrizione fatta da Luana , non condanno il divertimento in vacanza, ma il target delle persone che amano questo tipo di crociera è per l'appunto del "turista" e non del "viaggiatore".
    Lo scopo è la volontà di togliersi la frustazione del "vorrei ma non posso" a scapito dell'obbiettivo di un normale viaggio : cioè visitare il luogo/luoghi di destinazione...non ci sono mai salito e non ci salirò mai!
    La crociera è una bella esperienza , ma fatta giornalmente, con l'obiettivo di visitare il luogo e su piccole barche nn su condomini abominevoli..mentre quì il luogo da visitare (col contagoccie) è optional mentre lo scopo primario è l'intrattenimento di bordo.

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