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lunedì 13 agosto 2012

Il sacrario del macellaio cialtrone

di Alberto Capece


Forse gli abitanti di Heidenheim an der Brenz cittadina di provincia del Baden Wurttemberg, nata da un forte militare romano fondato da Domiziano, avrebbero qualche ragione a erigere un monumento al loro più illustre concittadino, il Feldmareschall Erwin Rommel. Avrebbero anche la giustificazione della sua tardiva opposizione a Hitler. Ma non l'hanno fatto: in fondo Rommel è stato un grande comandante e a buttarlo in pasto alle polemiche e all'ambiguità non gli si fa un gran servizio.

Ma altri non la pensano così e hanno fatto un monumento a un macellaio, a un crudele cialtrone di cui il sunnominato Rommel pensava che fosse "una merda". che Mussolini disprezzava e che il ras  Farinacci accusò di codardia. Si, il monumento che Affile ha dedicato non a un suo cittadino, ma a un suo soggiornante, il maresciallo Rodolfo Graziani, scolpisce nel marmo il peggio di un Paese di cui con tutta evidenza gli affilesi si sentono orgogliosi pionieri. Il costoso marmo ricavato dai soldi pubblici non va solo ad onorare l'unico atto per cui il  maresciallo è ricordato, cioè l'adesione alla Rsi, grazie al quale l'uomo poté tornare a fare il suo unico mestiere, quello del  macellaio appunto, ma anche un inno all'ipocrisia  e alla scolpita onoranza  della classe dirigente cialtrona, incapace e vigliacca.

La cosa emerge chiarissima dalla biografia di Graziani, ciociaro doc di Filettino. Figlio di una famiglia borghese di stampo ancora papalino, era stato destinato dal padre, medico condotto, alla carriera ecclesiasistica, scelta che allora veniva fatta per i figli che non si ritenevano troppo brillanti. Ma il giovane, costretto al seminario di Subiaco, non si sentiva portato, preferiva la carriera militare. Certo l'accademia di Modena sarebbe stata l'ideale, perché da lì usciva la creme dell'esercito, ma era costosa e oltretutto era anche difficile comprendendo studi di chimica e ingegneria: molto meglio il reparto allievi ufficiali del 94° fanteria, di stanza a Roma. Insomma ufficiale de noantri, mentre il non statuato Rommel, ancora 14enne costruiva un aliante a grandezza naturale che riuscì persino a volare.

Il nostro invece prese quasi subito la via dell'Eritrea e nel 1908 eccolo tra gli ascari ad imparare arabo e tigrino, cosa che gli riuscì abbastanza bene perché -secondo quanto raccontano le cronache . rimase per quasi un anno fuori servizio a causa del morso di un serpente, una creatura alquanto tenace, pare di capire. Poi arriva la grande guerra e Graziani, nel frattempo diventato capitano, partecipa attivamente, anche se oscuramente, soprattutto per due o tre lievi ferite che lo costringono a lunghe inattività. Così mentre il giovane Erwin riceve la più alta onorificenza militare tedesca per aver sfondato il fronte a Caporetto, il nostro eroe statuato diventa colonnello honoris causa.

Ma il grande momento per lui deve ancora venire. Anzi pensa persino di lasciar perdere: trasferito a Parma durante il celebre biennio rosso, se la fa sotto, lascia divisa e incarichi per tentare la fortuna nel commercio con l'oriente. Con disastrosi risultati: forse il medico condotto che gli aveva dato i natali aveva visto giusto. Ritorna così nell'esercito proprio quando Erwin comincia a scrivere i suoi diari di guerra,  Infanterie greift an, fanteria all'attacco, che diventeranno un libro di testo per le accademie dell'esercito tedesco. E ancora oggi è un must obbligatorio anche a West Point.
Per tutti però arriva il momento d'oro e per Graziani giunge nel 1930, quando, soprattutto grazie alla sua conoscenza dell'arabo, viene scelto per reprimere l'insurrezione di Omar al-Muktar in Libia. Lì Rodolfo scopre la sua vocazione di macellaio quando se la deve vedere con i più deboli. Per domare l'insurrezione e isolarla comincia a deportare centinaia di migliaia di persone e a farle morire in gran numero nei campi di concentramento, sposta popolazioni da una parte all'altra del territorio, impicca Omar, fa pulizia etnica. La Libia è pacificata, pronta ad accogliere il governatore Balbo, la cui trasvolante popolarità faceva ombra a Mussolini.

Due anni più tardi troviamo il prode macellaio in Etiopia, al comando del fronte sud, assolutamente secondario nel quadro della campagna, cosa che non impedì al nostro statuato di attingere un grande primato: quello di essere il primo in assoluto ad usare i gas asfissianti: iprite e fosgene. Certo poca roba in confronto a quello che accadde a un anno dalla "conquista", quando Graziani, nel frattempo nominato vicerè, subisce un attentato e scatena una rappresaglia nella quale morirono secondo le fonti britanniche 3000 persone, senza contare la strage nel monastero di Debre Libanos dove furono passati per le armi tra 1200 e 1600 monaci, diaconi e catechisti. Secondo alcune ricostruzioni furono mandati a morte anche cantastorie e indovini che avevano predetto la fine del regime.

In questo caso il pugno di ferro rischiava di mettere in pericolo la conquista: l'ambiente era molto diverso dallo scatolone di sabbia della Libia, abitato allora da meno di 4 milioni di persone. Così Graziani fu richiamato in patria giusto in tempo per essere tra i primi illustri firmatari del manifesto della razza e grazie a questa fedele adesione alle servili ignominie di un duce ormai rimpicciolito da Hitler, tre giorni dopo lo scoppio della guerra in Polonia, fu nominato capo di stato maggiore dell'esercito. Una decisione anche politica perché quella carica lo metteva direttamente agli ordini di Mussolini  e non del re, ma la scelta fu tra le più infelici perché il boia Graziani sapeva fare il macellaio, ma non il comandante: spedito in Libia per preparare l'offensiva contro l'Egitto, subì una clamorosa e disastrosa sconfitta contro gli inglesi pur avendo un numero di uomini cinque volte superiore. Uomini che si batterono bene, ma purtroppo sotto una guida infame. Dire che pochi mesi prima di questa miserabile dimostrazione di incapacità, Erwin Rommel, al comando della Settima Panzer, con alla testa i reparti di Hasso von Manteuffel, sfondava il fronte francese sulle Ardenne.
Destini che si intrecciano perché sarà proprio Rommel a dover porre rimedio all'incapacità di quella "merda" di Graziani.  Nel frattempo il macellaio era caduto in disgrazia: il crollo militare era stato troppo clamoroso per poter essere nascosto. Ciano scrive nei suoi diari che Mussolini disse: "Ecco un altro uomo col quale non posso arrabbiarmi perché lo disprezzo".

Fu anche istituita una commissione d'inchiesta che tuttavia non giunse ad alcuna conclusione, anche perché gli eventi incalzavano e le elite militari e civili cominciavano a squagliarsi. E dopo l'8 settembre fu tutto un fuggi fuggi. Per la Rsi appena fondata non rimaneva che il cialtrone estromesso appena due anni prima, tanto più che la guerra la combattevano i tedeschi mentre Graziani poteva far tesoro delle esperienze libiche ed etiopiche contro altri italiani: un utille idiota nelle mani di Kesserling. Singolare che proprio quando Graziani aderisce alla Repubblica sociale Erwin Rommel cominci a frequentare gli oppositori di Hitler.

Dopo la guerra il prode incapace fu condannato a 19 anni di carcere come criminale di guerra, anche se - a parte di eccidi di Libia ed Etiopia - le sue  imprese sono costate più al suo Paese che al nemico. E liberato dopo appena due anni, finisce ovviamente in Parlamento, tra i residuati repubblichini Ecco a chi costruiamo monumenti, spendendo 180 mila euro pubblici, donati dalla Regione Lazio. Certo la Polverini. così come il degno paese di Affile, si sarà data da fare: fra cialtroni di nessun  valore ci si intende.
E certo ad  Heidenheim non c'è la statua a Rommel, ma a nessuno verrebbe in mente di votare una cravattara ottusa e avida.



5 commenti:

  1. Indecente pure la giustificazione del sindaco e della regione Lazio :sul progetto presentato alla Regione per ottenere i fondi "il nome di Graziani non c’era solo".
    Nella Repubblichetta di Insaputopoli dovevamo vedere anche questo

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  2. Onore al Gen.Rodolfo Graziani

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  3. E un bel vaffqnculo al grazia e alla cravattara. Di tutto cuore!

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  4. PS I soldi li ha dati Marrazzo non la Polverini...

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  5. PS I soldi li ha dati Marrazzo non la Polverini...

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