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domenica 16 ottobre 2011

Eccezionale scoperta: lo Scajola di duemila anni fa

di Massimo Rispetto


Pietra miliare di origine romana scoperta da Alfredo Schiavi a Sanremo, all'altezza del civico 167 di Corso Mazzini. La strada segue fedelmente il percorso dell'antica via Aurelia e dunque il reperto potrebbe essere datato al II° secolo Avanti Cristo.
La scoperta è importante per l'eccezionale stato di conservazione del manufatto, ma anche molto curiosa perché le iscrizioni sembrerebbero fare riferimento ai nostri giorni: si evincerebbe che non soltanto i Romani conoscessero il chilometro, ma già sapessero dell'esistenza futura di Scajola.

Si tratta com'è ovvio di una strana coincidenza, ma solo di quella: gli archeologi che hanno esaminato il reperto, ritenendolo autentico, hanno tutt'altra tesi sulla scritta. Km non starebbe per chilometro, ma Kaementum (in una ortografia che risente del greco visto che nella zona abbondavano insediamenti attici e fenici): la parola ha il significato di pietra ed è dunque quasi certo che indicasse il numero di miliari poste dall'artigiano che le aveva realizzate. In questo caso tale Scajola (DA sta per dabat, consegnate, donate). Tuttavia l'importanza della scoperta è data proprio dal fatto che lo Scajola in questione non è uno dei tantissimi artigiani sconosciuti che hanno lasciato ai posteri la loro firma. Ma è stato un personaggio importante dell'antica Roma, arrivando alla carica di Pontifex Maximus qualche anno prima del 180 Avanti Cristo, quando sulla stessa "poltrona" si sedette Marco Emilio Lepido che, tanto per non farci mancare le coincidenze, da console cominciò la costruzione della Via Emilia.
Tito Marcio Scajola, questo l'intero nome, ebbe un cursus honorum travagliato non riuscendo ad arrivare alle massime cariche della Repubblica. Secondo le fonti, da Pontifex Maximus brigò per far assegnare a tale Fagus Anemonis la costruzione di un tempio a Giove, in cambio di un edificio appartenuto alla famiglia degli Scipioni. Nelle cronache di Tito Livio si dice che Marcio sostenne che la villa (forse situata nella zona dell'odierno Celio)  gli era stata consegnata "aliquo insciente" cioè a sua insaputa.
Ma non fu creduto, condannato per latrociniun e inviato in esilio proprio nella zona dove è stata ritrovata la pietra miliare.
Dopo la scoperta a opera di Alfredo Schiavi, un giornale locale ha titolato " Lo fa dal 200 Avanti Cristo". Claudio Scajola, non quello romano, ma quello attuale ha annunciato querela e dichiarato: "Non sono Marcio".                          

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