7555a9d03dfe41c98f85ac913f34049d

Cerca nel blog

domenica 23 ottobre 2011

I cimiteri online: non fiori, ma una mail


di Margherita Nikolaevna 

A pochi mesi dalla morte – reale o immaginaria, comunque leggendaria – di Osama Bin Laden, le immagini dell’esecuzione di Gheddafi riaprono la questione della morte ai tempi di internet. Bando però alle riflessioni socio-antropologiche sulla crudezza del tirannicidio e sulla barbarie contagiosa che fatalmente lo determina, oltre che sulla nostra voluttà di guardare immagini orrende da cui derivi catartico orrore. Il fatto è, piuttosto, che - come in un film di Ingmar Bergman – la signora con la falce (a cui qualche maligno esponente dell’attuale maggioranza parlamentare associa anche il martello) è sbarcata in rete silenziosa e grottesca, trovando finalmente filo da torcere: perché sulla rete vita e morte si confondono, fino a smentire Pessoa quando diceva che i morti non possono essere visti.

Oggi tutto può essere visto. I maggiori cimiteri italiani hanno il loro sito web, variamente articolato secondo le caratteristiche peculiari dell’area di appartenenza geografica. A Palermo, dove Gogol e Pirandello si intrecciano, le salme che...richiedono la tumulazione dopo le ore 13 vengono condotte (in punizione?) al deposito: nulla di preoccupante, del resto, nella città in cui il 50 per cento dei posti auto è intestato ai defunti, che affrontano anche oltretomba l’inquietante problema del traffico e della puntualità.
Nell’efficientissima Torino, invece, il sito cimiteriale vanta il suo motore di ricerca dei trapassati per evitare inutili perdite di tempo a vivi sempre più frettolosi e tecnologici, pronti a cercare luoghi e loculi con lo smartphone.

Nella pragmatica Milano ci si preoccupa delle esigenze dei vivi, indicando nei vari settori l’ubicazione delle toilettes e precisando in modo crudelmente sublime che non esistono in zona telefoni pubblici.
Laddove però la morte sbarca in modo sorprendente è nel territorio dei social network, dove esistono pagine cui si può accedere – come utenti, per dir così, “registrati” – solo dopo il passaggio estremo. Le imprese che gestiscono questi siti parlano di un nuovo target da offrire alla clientela a scopi informativi e consolatori, a ulteriore conferma del momento infelice attraversato dall’intera categoria degli imprenditori negli ultimi anni.

Il necrologio online ripropone, oltretutto, i sempiterni dubbi semiseri sulla sua opportunità: al di là dell’uso di frasi pompose (tipo sic transit gloria mundi) o desolatamente banali, l’elogio funebre è un genere letterario assai insidioso. Da ragazzina ho ammirato per anni la pubblicazione dell’avviso dell’anniversario della dipartita del cavalier Felice Trapasso, immaginandolo come un uomo sollevato in vita dall’imponderabile problema del dopo. Adesso sbarca anche su internet la surreale frase “serenamente come visse, è deceduto”, che pone problemi ontologici di non poco conto: può essere la morte serena come la vita o non è piuttosto vero il suo contrario? In entrambi i casi, meglio porsi la domanda il più tardi possibile…

Nessun commento:

Posta un commento