7555a9d03dfe41c98f85ac913f34049d

Cerca nel blog

venerdì 7 ottobre 2011

La rivoluzione degli spinaci

di Alberto Capece Minutolo


Il manifesto di Boycott industrial food
Uno dei fondamenti della civiltà o inciviltà mediatica è la trasformazione retorica del banale e ovvio interesse materiale in qualcosa che sembri appartnere a un mondo diverso, quello della progetttualità, delle idee, dei valori o, mal che vada, a quello di una proterva assertività che colpisce e funziona proprio per  contrasto con l'evidenza. Quest'ultima è la modalità più rozza, sfiora l'imbonizione, ha una sua efficacia solo se è reiterata spesso in qualche forma, partecipa della natura della pubblicità. E non è un caso se negli ultimi anni abbiamo dovuto sopportare l'aggettivo "storico" attribuito cose di nessun valore. Del resto non ci si poteva attendere altro da un regime mediatico che sceglie l'esaltazione piuttosto che una impossibile persuasione.
Se però qui il gioco é volutamente scoperto, anche se non sempre resistibile, ci sono molti casi in cui si tenta davvero di nascondere il piccolo o grande mercato dietro una cortina di valori, persino di istanze sociali, di trasformare il movente economico tra le note a margine. E se questo può indignare nel discorso politico, finanziario, religioso, assume un carattere irresistibilmente comico quando è applicato ad altro, ad esempio la cucina.
Gualtiero Marchesi il cuoco dello raviolo aperto e del risotto sfoglia d'oro, si è dedicato a più modeste ricette, ma forse molto lucrose: la creazione di due hamburger e un dessert al cucchiaio per McDonalds. Certo non c'è nulla di male e anche io, se mi pagassero adeguatamente, avrei da suggerire uno strepitoso pane e salame.
RicetteRivoluzioni urbi et orbi
Ma non sia mai che Marchesi possa essere sospettato di far qualcosa di semplice, pevsino di volgave, solo dietro compenso. No di certo: dietro ci sono ben altre motivazioni che allargano il cuore e lo spirito.
Anzi a sentire lo stesso chef occorrerebbe aggiungere alcune righe alla Genesi che disgraziatamente non contempla questa potente creazione dell'hamburger. E dire che se ci fosse stato già il Marchesi burger quei due sciamannati di Adamo ed Eva, di certo non avrebbero toccato una mela nemmeno di striscio.
Ma lasciamo al cuoco medesimo descrivere l'opera sua: "Se è vero che l'alta cucina ha determinato una rivoluzione del gusto a tavola, ora è tempo di portare questo cambiamento a tutti, partendo, ovviamente, dai più giovani. La vera notizia è che proponendo le ricette per questi due panini ho aperto le porte del regno degli hamburger alle melanzane e agli spinaci. Se non è rivoluzione questa!"


Oddio polpette e spinaci oppure melanzane non sono accostamenti inediti, ma evidentemente le porte del Regno non erano ancora aperte, ci voleva Marchesi circonfuso di luce per spalancare questa straordinarie possibilità. E la cosa ha fatto rumore: persino il sociologo Bauman vorrebbe scrivere qualcosa sul fatto che dopotutto qualcosa di solido è rimasto nella nostra società liquida, soprattutto le melanzane. E si dice stia preparando un intervento per la riunione annuale dei cuochi dei Carpazi orientali sulla "Società del Maalox" .

Per non parlare del poeta svedese,Tomas Tranströmer, recentissimo nobel per la letteratura che ha già scritto dei versi su questi due panini di Marchesi:
"Una polpetta verde in piatti vuoti. 
Un borbottio di pancia che diffonde silenzio.
Un ristorante che ricresce a ogni boccone. 
Un panino che puoi mangiare solo se non c'è".


E qui mica parliamo della guida Michelin, la cultura non è acqua, anzi non è bicchiere, forse non è effervescente: insomma mi avete capito. Qui siamo alla rivoluzione.Anche se i peperoni piangono.

Nessun commento:

Posta un commento