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domenica 11 settembre 2011

The end


spedio dal Lido de Venezia da miss Apple

Spente le luci, calato il sipario, è finita questa 68esima mostra d’arte cinematografica di Venezia, un’edizione davvero di grande prestigio, bei film, almeno quelli che son riuscita a vedere tranne due due: Ruggine e Quando la notte.
Non ho visto tutti i film in concorso, quindi non posso esprimere un vero giudizio sui premi consegnati stasera, ma posso dire che Faust meritava il leone d’oro come il giovane Fassebender meritava la Coppa Volpi: la sua è stata un’interpretazione davvero coraggiosa per un tema molto delicato e difficile, mentre  Shame è uno dei film più belli che mi sia capitato di vedere in questi ultimi anni di mostra.
Anche faust è un bel film, immenso nel suo continuo conversare tra il bene ed il male, con un diavolo così insidioso.
Però vorrei ricordare altri film che avrebbero potuto vincere:
Polansky in versione Allen, un film ambientato a new york -città che il regista non potrà più vedere, pena l’arresto- e girato in interni, giusto perchè potesse lavorare.
Le idi di marzo, il film sulla politica sporca che pecca di una mancata autopsia, se fossi stata in giuria avrei proprio fatto notare questo, in Usa fanno le autopsie pure ai polli, forse questo è costato al film, mi sa.
Poi il film di friedkin, demenza pura in un’america post 11 settembre e quello della figlia di Mann, un bel poliziesco, che la distingue come figlia d’arte dall’italica figlia d’arte, la prima è brava l’altra pretenziosa.
In questa mostra posso dire di aver ritrovato del gusto nel cinema italiano, non nei film in concorso, ma nei film della sezione controcampo. e se Bellocchio invitava i giovani a non fare cinema, io benedico questi giovani che mi hanno fatto sorridere, pensare e passare un paio d’ore senza dover per forza dover assistere ad opere presuntuose, come m’è capitato stasera rivedendo Buongiorno, notte: anche nel cinema ci vuole umiltà, eh si. (ecco spiegata la mia deriva vanziniana che mai e poi mai rinnegherò)
una mostra sobria, poche presenze irritanti, nessuno scandalo, nessun film culto - unica scena cult la coscia di pollo in Killer Joe
Come sempre la solita carovana dei sempre presenti agli eventi mondani, tanto è tutto gratis e l’atto di presenza è dovuto, giusto per riempire la sala grande che altrimenti resterebbe vuota se dovessero pagare, ma pure questo fa parte della festa e certe consuetudini sono difficili da eliminare, e dire che nella manovra salva debiti ci sarebbe stata bene un emendamento: niente più inviti gratuiti ad eventi mondani, magari si salvava qualche pensionato.

Insomma, una gran bella edizione, l’unico neo è stato l’episodio del biglietto sbagliato, per colpa di una cassiera distratta e di un insolente dipendente ho perso uno dei film premiati, ma devo ringraziare una della direzione biennale cinema, visibilmente irritata dai colleghi che non volevano rimborsarmi il biglietto, mi ha fatto avere scuse e un omaggio proprio per faust, alla fine il risarcimento è stato meglio della beffa.
Infine una menzione alla security, non quella dei controlli ai cancelli ma quella delle scorte: fisici massicci, abbronzatura omogenea, sguardo incazzato, tutti uguali, secondo me il loro mito sono i colleghi che vigilano su berlusconi, lo avevano scritto in faccia, erano la loro fotocopia, brutti uguale, ecco.
E con questo un saluto al cinema che ha chiuso oggi e a Muller che purtroppo lascia la direzione artistica e un benvenuto al cinema che è già dietro l’angolo, la lanterna magica è sempre la benvenuta. Ciao.

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