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martedì 20 settembre 2011

Porta Pia: quella breccia tutta da fare


di Anna Lombroso

I bersaglieri entrano a Roma da Porta Pia
Una chiesa complice e omertosa tace sul mostruoso sistema vigente di sfruttamento corruzione e amoralità ma invece grida al miracolo per la resistente permanenza di una felice e incoraggiante superstizione che fa sciogliere il sangue ma purtroppo non le Camere.
Oggi 20 settembre ci fa sorridere amaramente wikipedia che alla voce Breccia di Porta Pia recita: la presa di Roma (20 settembre 1870), nota anche come Breccia di Porta Pia, fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.

Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, un gran rompiscatole molto puntiglioso si domandò quali fossero state le cause che cambiarono il carattere degli italiani dopo la caduta delle gloriose repubbliche e si rispose con un elenco di ventidue “verità” concernenti il ruolo invadente della Chiesa. La morale cattolica per lui cresciuto nella Ginevra calvinista, era “cagione di corrutela e superstizione”, si un rompiscatole magari, ma lucido e anche preveggente, perché è indubitabile il contributo alla poca coesione identitaria che affligge questo stivale troppo lungo abbia contribuito anche l’ingerenza abnorme esercitata dal clericalismo.
Per molti anni proprio come lui e come tanti pensatori risorgimentali ci siamo lagnati del ritardo della chiesa rispetto alla modernità, all’ingresso nel comune sentire e pensare di criteri più liberi e laici rispetto alle relazioni, alle inclinazioni, ai costumi. Abbiamo denunciato l’abuso continuamente consumato di voler imporre principi morali cari all’organizzazione ecclesiastica, più che al credo di una comunità di fedeli, come etica pubblica obbligatoria per tutti i cittadini. E al tempo stesso abbiamo puntato il dito contro il silenzio delle gerarchie ecclesiastiche non solo sulle abitudini amorali e criminali di un ceto politico ma anche sullo scandalo di molti suoi appartenenti.

Oggi 20 settembre mi ripeto nel dire che vorrei che fossimo in condizione di non accorgerci che la chiesa c’è. Vorrei che quella comunità di credenti - anche loro francamente un po’ troppo riservati e silenziosi rispetto a abusi, leggi razziste, sessismo, soprusi dei ricchi sui poverelli - fosse ben rappresentata nell’esercizio, congruo con le nostre leggi, della professione di fede e perfino di un ragionevole proselitismo, che si sentissero talmente cittadini da persuadere anche la struttura organizzativa a esserlo pagando le tasse e rispettando le regole e le leggi e magari a garantire insieme ai loro doveri e diritti anche i diritti insieme ai doveri dei laici. Ma libera chiesa in libero stato pare sia un motto che ormai si trova solo nel cruciverba della Settimana Enigmistica e immagino sia stato depennato risolutamente anche dai sussidiari.

Napoleone III si arrende a Bismarck; fu la guerra
franco -prussiana a permettere la conquista dello
Stato pontificio non più difeso dalle truppe francesi
Si ci ho pensato bene, alla possibilità che si veda molto nel razzolare bene facendo il suo dovere nel rappresentare e testimoniare il terra le leggi di Dio, con compassione, accoglienza, aiuto ai deboli, rispetto della dignità e fratellanza, cosa che comunque dovremmo fare tutti in quanto cittadini del mondo, preferisco proprio che predichi e agisca possibilmente bene nel suo contesto, lasciando a me laica la possibilità di fare, votare, scegliere, decidere, sbagliare, redimermi, pagare secondo le leggi del mio Paese e il dettato morale del mio senso di responsabilità. E che anche loro lo facciano, perché se non ho indulgenza per i compagni che sbagliano, non ne voglio avere per i preti che tolgono innocenza e sorriso agli innocenti ancorchè pentiti, che accantonano ricchezze levandole ai poveri, ancorchè pietosi, che vogliono comportamenti morali da noi, ammiccando alla trasgressione criminale dei potenti.

San Gennaro è passato, ma lo vogliamo farcelo da noi il miracolo di saper essere liberi da poteneze e prepotenze?

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