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domenica 18 settembre 2011

Venezia, sul ponte sventola il tricolore (1)



Dialogo di Anna Lombroso e miss Apple

Cara Miss Apple, sei in mezzo alla soldataglia del Po? Sai, Venezia coi barbari ha avuto sempre a che fare, tollerati con un certo aristocratico fastidio, blanditi come desiderabili partner commerciali, combattuti quando cannoneggiavano la basilica, odiati quando sparavano ai colombi in piazza. Lo sai, per liberarsi dai barbari sette ragazzi sono morti e hanno dedicato loro quella bella lunga riva di fronte a san giorgio, in questi giorni sfrontatamente usurpata dai più straccioni e cialtroni tra i barbari. Ieri lo dicevo ai miei amici romani, no gave’ da credar al ministro del disordine pubblico e dei respingimenti che ha schierato un pochi de poveri “fioli” a respingere gli antagonisti. Certo doveva fare un gesto simbolico a favore di suoi padroni, doveva far finta che a protestare fossero i soliti sospetti, centri sociali e professionisti della protesta. E che ci fosse solo la Lucia Massarotto a tirar su un tricolore logoro ma coraggioso, mentre il Bossi “roversa” il Po del Monviso dentro alla laguna.
Mia nonna saggiamente e irriverentemente disse a proposito di benedizioni indesiderate, un poca de acqua sporca non ga mai fato mal a nessun. Ma invece a tanti veneziani il contenuto di quella ridicola ampolla gli fa male, li urta come un’offesa e una slealtà. Sarà per via della spocchia della Serenissima che torna su come l’acqua alta e che fa dire anche dei milanesi, li xe de campagna. Ma ben venga il sussiego di chi ha imperato con potente tenacia sulla terra e sull’acqua, se ridicolizza e rifiuta la volgare provocazione di un ceto impolitico inetto razzista ignorante conservatore fino al misoneismo provinciale scontroso nei confronti di tutto il mondo e diffidente, in una città che ha rappresentato accoglienza, cosmopolitismo, apertura, cultura, bellezza, mecenatismo, coraggio di superare confini e di aprirne altri.
Hai visto, non c’è da credere al ministro, ieri in riva c’era mia cognata che firmando il referendum si è anche comprata una bandiera nuova e ieri se l’è portata in piazza, c’erano le sue amiche, ragazze attempate che ridendo chiamiamo le “maranteghe”, c’erano i professori di Ca’ Foscari e Architettura che non perdonano alla Lega l’ingiuria recata al sapere e all’istruzione, c’erano i pittori, i musicisti, gli artisti che pensano che la Lega sia un’offesa alla bellezza che una volta regnava in questa città e in tutto questo lungo strano stivale. C’erano ragazzi che della bandiera non gliene mai era importato un granchè, era un “oggetto” acquisito ma un bel po’ estraneo come certe poesie, il morbo infuria il pan ci manca..finchè non sono arrivati questi qua che sarebbero solo ridicoli se non li avessimo sottovalutati. C’erano i partigiani che sentivano quella presenza nella Riva dei Sette Martiri come un torto insolente che non si deve tollerare. È il ministro e la sua formazione politica informe e incivile che li ha resi antagonisti, e ne sono piuttosto fiera.

Si Anna, sarà anche così, ma intanto vorrei prima far un giro, andar a sentire cosa pensa la base leghista a proposito delle puttanelle di Arcore, cosa pensa la base leghista di una manovra che pesa come un macigno pure sulle loro buste paga o incassi mensili. Ecco, gli elicotteri che mi ronzano sulla testa! ma porca miseria perchè mi tocca questa solfa, ogni anno, il rito dell’ampolla, i me porta a Venessia l’aqua inquinada del po, inquinada da qualche maldestra industria che pensa solo ai profitti e non al resto del mondo. E vedo a sentir anche il Bossi, capirai, quanti ministri ci sono a Venezia? tre, quattro...che botta! A rivendicare che loro non vanno ai festini del trapanatore finale, questo gli fa -poco- onore…ma vorrei raccontarti di ieri, Anna. sai che il sabato è per me un giorno sacro, sacro per le spese e le ciacoe con gli amici a Rialto. E invece un delirio, un incubo, che è continuato pure nel pomeriggio: turisti, turisti, turisti, turisti, barbari, barbari e ancora barbari. In vaporetto, in calle, sul banco del pesce, sopra i pomodori, in vaporo, in riva. Arrivata a casa ho controllato pure sotto il letto, sia mai che, come l’ultimo dei giapponesi, ce ne fosse pure qualcuno là o qualche cinese venuto a salvare l’economia e a comprarse botteghe. .
E ho pensato che, chi come me, ama Venezia dovrebbe andare domani dal sindaco -oggi sarà di riposo, l’uomo- a consegnare chiavi di casa, carta d’identità e chiedere l’annullamento della cittadinanza veneziana. Io mi rifiuto di vedere Venezia così, un oggetto. Una terra invasa. Altro che attila e gli unni, questi nuovi barbari sono peggio: arrivano armati, ultimamente preferiscono arrivare in condomini galleggianti, ne arrivano sei, sette al giorno, come carrarmati in zona di guerra.
Ecco, così è Venezia, ad uso e consumo di chi spende, di chi sporca, di chi non ama questa città. Tu dici delle maranteghe, ma molti veneziani rimangono silenti, impassibili, accettano tutto questo perchè venessia vive col turismo, cio! bisognarà pur magnar, rassegnati, impotenti.
E assistono con la stessa rassegnazione anche allo spettacolo della Lega, a quello inscenato da Maroni, che fa scena bloccando un centinaio di studentelli, che voglio protestare contro la lega, contro le politiche di questo governo che pensa solo a proteggere i ricchi e puttanieri.
Basta far ciacole, adesso vado a missiarme tra i barbari vestii de verde con i copricapo da vichinghi, tanto brutti i resta, anca co i corni.

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