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mercoledì 21 settembre 2011

Come farsi in casa il miracolo di S. Gennaro

di Alberto Capece Minutolo

Il miracolo di S. Gennaro è un ottimo affare per la chiesa napoletana e soprattutto per quella parte di città che si aggrappa alle "tradizioni" come garanzia di conservazione delle strutture di potere lecite e illecite. Molte persone cascano in questo tranello di scambiare la cultura e l'identità con ritualità e usanze ormai ambigue e fuori dal tempo: ma non c'è da meravigliarsi in un tempo in cui i termini di valore e tradizione hano perso il loro senso e si garantiscono a vicenda in una viziosa e inconsistente circolarità.
Comunque sia la liquefazione del "sangue" di S. Gennaro e la sua successiva ricondensazione, è stato un ambiguo prodigio che per secoli (le prime cronache risalgono al 1389) ha alimentato la leggenda sia del santo che suo miracolo, non senza tuttavia corposi sospetti tanto che la Chiesa voleva togliere il santo dal calendario  e non ha mai ufficializzato la natura soprannaturale dell'evento. Ma rimaneva la difficoltà di spiegare ciò che avveniva nell'ampolla fino a che in tempi relativamente recenti non si sono scoperte le qualità tissotropiche di parecchie sostanze o miscugli, spesso in forma di gel: la proprietà appunto di rimanere solidi se a riposo, ma di fluidificarsi se sottoposti a scosse vibrazioni. All'inizio si trattava di materiali tecnologici e quindi inadatti a spiegare preparazioni medioevali, fino a che non si scoprì che anche composti di uso comune presentano proprietà tissotropiche più o meno evidenti: una di queste è il ketchup che è molto denso se lasciato indisturbato, ma diventa più fluido e scorrevole se agitato.

Ma ci voleva altro e alla fine nel '91 i chimici Garlaschelli, Ramacci e Della Sala, pubblicarono su Nature un ormai celebre spiegazione del miracolo, usando sostanze di facile reperibilità generale o della zona napoletana. e così simile al sangue da poter essere indicate come la composizione vera del sangue del santo. Tutti noi possiamo crearci in casa del sangue di S. Gennaro e magari esporlo in graziose teche da agitare ritualmente. Deciderete poi se è il caso di chiedere un obolo.

Molisite
La difficoltà maggiore è quella di reperire della molisite, un cloruro ferrico che si trova in grande abbondanza alle solfatare di Pozzuoli o sulle falde vesuvio. Di solito si trova sotto forma di film brunastro molto spesso come nella foto a destra e attaccato ai più diversi materiali. Basta grattare e procurarsene 25 grammi. E' la cosa più complicata. Adesso non dovete fare altro che rendere più fine possibile la molisite servendovi di un mortaio e una volta terminato il lavoro non resta che scioglierla di un 100 millilitri di acqua (un bicchiere in pratica), meglio se distillata come quella per i ferri a vapore. A questo punto avete quasi terminato, non vi resta che aggiungere 10 grammi di carbonato di calcio. Ed è semplicissimo: basta prendere un guscio e mezzo di uovo, usare di nuovo il mortaio o il robot da cucina per ottenere una polvere che va aggiunta molto lentamente e mescolando al composto.
E' bene usare un recipiente largo e piatto perché dovete aspettare che una parte (poco meno della metà) di acqua evapori. E' anche possibile riscaldare fino a 40 gradi il nostro sangue miracoloso artificiale per facilitare l'evaporazione. Ma è consigliabile lasciare che la cosa avvenga a temperatura ambiente. Alla fine non vi resta che aggiungere 1,7 grammi di sale da cucina per ottenere un composto bello corposo, lucido, gelificato, rosso scuro, ma se lo muovete un po' ecco che diventa fluido.

Naturalmente occorre inespertirsi, eliminare il più possibile scorie di altri materiali, capire quanta acqua fare evaporare per ottenere un aspetto migliore, pesare i gusci d'uovo per essere più precisi con il carbonato di calcio: insomma anche i miracoli ben fatti richiedono un po' di sudore.
Ma alla fine la fatica e l'impegno sono quelli messi nella preparazione di una ricetta in cui l'amalgama dei sapori dev'essere rigoroso: che ne so un sartù di riso o un ragù napoletano particolarmente "preciso". Ma la soddisfazione è molto più ampia: con un piatto perfetto mangiano pochi ospiti, col sangue di S.Gennaro ci si può mangiare per sei secoli.

7 commenti:

  1. Quelle che riporti sono unicamente delle supposte prove della non veridicità del miracolo e la Hack ci ha messo la zampona per non dire altri benemeriti, San Gennaro è un Santo che non seguo, quindi non sono in grado di pronunciarmi, sarebbe interessante invece riportare prove fatte direttamente sul sangue di San Gennaro cosa che non mi risulta sia stata fatta. Un'ultima cosa, il tuo concetto di mracolo espresso in un altro articolo....assurdo, il miracolo non è qualcosa che serve a migliorare le condizioni di una città, aiutati che il ciel t'aiuta direi. "Il miracolo più grande è che voi crediate" Cristo.

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  2. Roberta le analisi non si possono fare perché semplicemente non viene concesso dalla chiesa napoletana di farlo, ma naturalmente ci sono indizi molto precisi sulla sostanza usata. Quanto al resto la miracolistica e il prodigio sono lo stadio più rozzo della religiosità.

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  3. Sono d'accordo con la tua ultima considerazione, fra l'altro in sintonia con la parola di Cristo..."questa generazione cerca segni e prodigi, ma non avrà che il segno di Giona" ed anche in altri casi La parola di Cristo è ben netta al riguardo, la vera fede non si basa sul miracolismo, "beati coloro che pur non vedendo crederanno" e tanti altri passi del Vangelo che ora non ricordo. Mentre sul fatto che la Chiesa non voglia fare analisi sul sangue di San Gennaro che certezze hai? Hai prove tangibili forse?Vi sono stati tanti altri casi non famosi come questo dove invece la Chiesa ha permesso le analisi direttte, lacrimazioni comprese, non capisco perchè in questo caso non dovrebbe, fra l'altro forse non sei informato che è proprio la Chiesa di potere che ha paura della eventuale vericità di certi fenomeni, informati meglio. Una sola cosa condivido con te vivamente, la fede che cerca il miracolismo non è fede, ma rozza ricerca spirituale.

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  4. Non vi è nessuna prova scientifica che Dio non esista, perciò credo che la fede sia una cosa del tutto personale e che sia che si sia credenti o no valga la regola del rispetto in ogni caso perchè si cade nell'integralismo facilmente, sia che sia religioso che scientifico, e quando si propongono delle supposizioni, si debba precisare che sono tali e non farle passare come verità assolute. Nessuno ne ha, nemmeno io che ti sto scrivendo.

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  5. E' molto più semplice di quello che dice Garlaschelli, Ramacci e Della Sala.
    Al posto della molisite si può usare del percloruro ferrico, che è il comune acido che si usa per ottenere circuiti stampati. Serve per corrodere le piastre ramate di bachelite, si trova in qualsiasi negozio di componenti elettronici.
    Lascia perdere uova e mortaio: basta aggiungere bicarbonato di sodio, che si trova già in polvere, e il gioco è fatto.
    E' proprio il caso di dire: provare per "credere".

    Buon miracolo a tutti.

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  6. Certo si può usare il percloruro di ferro, ma appunto Garlaschelli, Ramacci e Della Sala cercavano qualcosa che potesse essere stato messo insieme nel XIV° secolo

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  7. Visto che siete così tagliati per la chimica, mi sapete spiegare come mai il liquido pur essendo messo in movimento, fatto roteare, in certi frangenti si liquefà ed in certi no?

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